Page Creator vs. Zoho Writer

febbraio 28, 2006

Page Creator è la nuova beta release di Google che consente di creare e pubblicare contenuti online grazie ad un editor visuale online, dotato di layout e template già predefiniti.

Sfruttando le funzionalità base di un sistema di web content publishing, Page Creator permette di creare ed editare contenuti, associare immagini ed il template appropriato, e visualizzare le pagine in anteprima (è possibile vedere uno screenshot qui).
Inoltre, il servizio registra automaticamente ogni modifica apportata al testo. 

Page Creator è disponibile online (basta solo avere l’account Gmail per iniziare), ma funziona ad inviti (purtroppo già esauriti).

Servizio analogo (non richiede inviti) è Zoho Writer, un processore word online dall’interfaccia intuitiva (WYSIWYG), che replica alcune delle funzionalità proprie di un sistema di content management.

Oltre all’accesso da qualsiasi postazione, Zoho Writer consente di importare ed esportare documenti in diversi formati (.doc, .html, .sxw, .pdf), di personalizzare l’interfaccia con il template preferito e di condividerla con altri utenti, i quali  possono visualizzare o anche modificare il testo, a seconda dei permessi che decidiamo di attribuirgli.

Altre utilissime funzionalità: il versioning, ovvero il salvataggio automatico dello storico delle versioni di un documento ed il bookmarklet, un’applicazione Java che consente di postare il contenuto di una pagina web direttamente nell’interfaccia di creazione dei contenuti.  

Oggi il lavoro mi ha concesso un pò di tregua e finalmente sono riuscita a mettere su una sezione che recensisce alcune delle fonti che ho utilizzato per la mia tesi sul web content management. La trovate pubblicata nella colonna destra. Mi rivolgo a tutti quelli che mi hanno scritto e che continuano a scrivermi perchè sono interessati all’argomento.

Il mondo del content management ha delle implicazioni suggestive ed affascinanti e la lettura di questi testi mi ha aiutato a catturarne la molteplicità delle sfumature.

Il boom di Internet ha funzionato da catalizzatore all’industria dei contenuti. Questo vale soprattutto nel ramo dei prodotti intangibili, dove l’utente, non potendo fare un’esperienza d’uso del prodotto prima dell’acquisto, può solamente basare il proprio comportamento d’acquisto, e quindi la propria scelta, su un contenuto di qualità. In Rete è oggi l’informazione ed il modo in cui questa viene presentata a fare la differenza tra il nostro prodotto e quello di un competitor.

Leggendo i volumi che ho indicato, si potrà ben comprendere come la realtà italiana sia ancora lontana da quella descritta dai grandi guru americani. E soprattutto la via per affermarsi non è facile.

Il Web Content Manager è im primo luogo un mestiere che si esercita all’interno di grandi circuiti di produzione dell’informazione dove si rende necessario l’utilizzo di risorse dedicate, capaci di far girare la grande macchina di creazione, personalizzazione e pubblicazione dei contenuti. Basta citare e-Bay ed Amazon, siti ad altissima densità informativa, in grado di generare ogni giorno elevati livelli di traffico.

In Italia, dove il mercato è basato principalmente sulle PMI, parliamo di contesti piuttosto chiusi, dove la quantità di informazione prodotta quotidianamente spesso non giustifica l’investimento in sistemi di Content management, che hanno purtroppo costi proibitivi e funzionalità spesso incomprese. Di conseguenza la domanda di personale con competenze editoriali, capace di pubblicare e far divergere i contenuti su tutti i canali di comunicazione di un’impresa, risulta ancora piuttosto bassa.

Va da sè che altri fattori, quali la proliferazione di servizi web-oriented, quali blog, strumenti di web publishing gratuiti o a basso costo, uniti alla possibilità di potersi scambiare contenuti gratuitamente tramite syndacation, possono demotivare l’acquisto di costosissimi sistemi di content management, esistendo alternative disponibili a costo zero, facili da usare e senza necessità di installazioni. I Corporate blog ne sono un’esempio.

Bisogna guardare realisticamente ai luoghi che consentono di esercitare la professione del WCM. Alla finanza, al trading online, alle società di brokeraggio assicurativo, alle multinazionali, ad aziende che vivono in Rete solo grazie ai contenuti e alla comunicazione.

Ma in quali ambiti disciplinari dovrebbe avere competenza un Web Content Manager?

1) Il Web. Il primo campo da gioco su cui misurarsi è la Rete. Dove ogni giorno è possibile mettere alla prova e migliorare la nostra capacità di ricerca e di selezione delle informazioni, imparando come analizzarle, gestirle, avvalorarle e sintetizzarle al meglio; a stabilire quali fonti, meglio di altre, permettono di alimentare le sezioni di un ipotetico sito-portale; a decidere la forma e lo stile che le informazioni assumeranno sul web; a far fede a principi di omogeneità e di coerenza se uno stesso contenuto è destinato a più canali.

2) Editoria e Comunicazione. Un WCM è innanzitutto un buon comunicatore. Non è solo una questione di saper scrivere: si può anche comunicare in maniera impeccabile ma senza contribuire al raggiungimento degli obiettivi di business per cui un sito è stato progettato. Quando si realizza un sito web, in primo luogo bisogna definire una strategia editoriale, sviluppare contenuti che rispettino la natura del sito, che siano cioè coerenti rispetto agli scopi prestabiliti (vetrina o servizio). Questo step prevede generalmente la stesura di un piano editoriale che definisce il tipo di contenuti da produrre, i programmi utilizzati per la gestione e la pubblicazione, la cadenza degli aggiornamenti (in tempo reale, quotidiano, settimanale, mensile) previsti per ciascun contenuto, fissando  anche budget e tempistiche per la consegna del lavoro.

3) IT. Tra la creazione e la di pubblicazione dei contenuti c’è poi tutta una fase intermedia che richiede la massima delicatezza ed attenzione: quella della conservazione o archiviazione dei contenuti. E’ qui che un WCM deve collaborare con il reparto IT nella creazione di database, nell’elaborazione di sistemi di archiviazione dei contenuti e di profilazione-utenti (registrazione, questionari), provvedendo a metodi che facilitino il reperimento delle informazioni da parte degli utenti o di altri autori. E’ inevitabile allora che un pizzico di conoscenze tecniche non guastano mai. Qualche nozione di HTML e XML, conoscenza dei db e dei sistemi di archiviazione dei dati.

4) Web-marketing. Non si può prescindere da fenomeni quali le community, la proliferazione di nicchie di mercato, che attendono quotidianamente informazioni attendibili, aggiornate ma soprattutto personalizzate, che hanno oggi trasformato il contenuto in strumento per la fidelizzazione dell’utente e per il rafforzamento del brand aziendale.
Si arricchisce così il ritratto del Web Content Manager: da giornalista online a stratega della rete: conosce i principi del marketing applicati al Web, (e-mailing, e-commerce, web advertising) e sa monitorare il traffico di un sito. Impara a conoscere il comportamento dei propri utenti attraverso cookies ed analisi dei file di log, ad ideare contenuti relevant, capaci di attirare sempre nuovi visitatori, e ad offrire, attraverso newsletter informative e forme interattive di contenuto (come l’advergaming), quel valore aggiunto che è elemento indispensabile per consolidare i segmenti di audience serviti. Dovrebbe inoltre conoscere bene quali parole-chiave utilizzare per rendere appetibili i propri contenuti ai motori di ricerca.

5) Multimedia. Un’aspetto immancabile per un WCM è poi la conoscenza dei sistemi multimediali. Il Web Content Manager fa delle peculiarità di Internet la carta vincente per i prodotti editoriali: nella fase di concept del prodotto opera, infatti, sintetizzando diverse forme comunicative. Da questo punto di vista, il Content Manager è una sorta di regista del web che dovrebbe continuamente aspirare alla creazione di prodotti comunicativi capaci di amalgamare insieme testo, immagini, suoni, animazioni ed applicazioni interattive che riescano a conferire un bel valore aggiunto al prodotto finito. Ancora una volta attraverso la Rete si può spiare, sperimentare, conoscere e crescere.

Nel prossimo post: suggerimenti, link e risorse per conoscere, un pò più da vicino, il mondo del content management.

In questo interessante articolo, l’autore John December illustra una valida metodologia per lo sviluppo dei contenuti.

Dalle sue righe traspare una visione olistica del processo, che tiene conto di tutti gli aspetti necessari, tecnici, estetici, funzionali e di design, che concorrono alla definizione di una strategia di content development: 

Le fasi di questo processo sono riassunte in 6 punti, che l’autore spiega in maniera approfondita uno alla volta:

  1. Pianificazione: è il processo di definizione e di raccolta informazioni sul target a cui il sito è destinato, degli obiettivi e delle politiche di sviluppo dell’informazioni che il sito conterrà e l’utilizzo che gli utenti ne faranno. 
  2. Analisi: è la valutazione della consistenza e della correttezza delle informazioni ed il controllo sull’aspetto tecnico del sito web.
  3. Design: è il processo di creazione della mappa delle relazioni tra le pagine del sito web e di definizione del look&feel che assumeranno le pagine individuali.
  4. Implementazione: è il processo di creazione dei file HTML (e delle tecnologie associate come gli applet Java).
  5. Promozione: è la fase n cui il sito viene pubblicizzato presso il target e gli utenti attuali e potenziali.
  6. Innovazione: è il processo di rinnovamento creativo e continuo del sito, nell’ottica di soddisfare meglio i bisogni dell’utente.

Dopo aver letto quest’articolo, ho valutato l’utilità di mettere insieme ed amalgamare tutto il materiale che ho raccolto fino ad ora sul web writing, sul content management e sull’information design per pubblicarlo in una serie di post consecutivi.

Lo scopo di questa operazione è duplice: da un lato vorrei ricavare un canovaccio da seguire per alcuni lezioni sul web content che dovrò tenere prossimamente a Roma; dall’altro mi piacerebbe delineare un quadro sullo stato attuale e sui progressi della mia conoscenza su questi specifici argomenti, per arrivare alla definizione del mio approccio personale alla realizzazione di contenuti per il web.

Comincerò anche io dalla fase di pianificazione e cercherò di unire il materiale teorico, già utilizzato nella mia tesi, all’esperienza pratica che faccio quotidianmente come web writer. Aldilà della validità del mio contributo, spero davvero di dar vita a qualcosa di costruttivo, che possa integrare ed amplificare quanto anticipato dall’articolo a cui rimanda il mio post.

E’ partito il corso di scrittura online di Scrittura.org.

La prima lezione introduce le quattro fasi del processo di scrittura:

  • Pre-scrittura
  • Scrittura
  • Revisione
  • Editing             
  • che verranno analizzate ed approfondite singolarmente nelle successive lezioni.                                                                                                                                                                        Fra gli articoli più interessanti segnalo il freewriting puro ed il freewriting diretto: due piccole guide che insegnano come superare il blocco dello scrittore, attraverso semplici esercizi da svolgere a casa.

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