Il CV di un Web Content Manager

febbraio 9, 2006

Oggi il lavoro mi ha concesso un pò di tregua e finalmente sono riuscita a mettere su una sezione che recensisce alcune delle fonti che ho utilizzato per la mia tesi sul web content management. La trovate pubblicata nella colonna destra. Mi rivolgo a tutti quelli che mi hanno scritto e che continuano a scrivermi perchè sono interessati all’argomento.

Il mondo del content management ha delle implicazioni suggestive ed affascinanti e la lettura di questi testi mi ha aiutato a catturarne la molteplicità delle sfumature.

Il boom di Internet ha funzionato da catalizzatore all’industria dei contenuti. Questo vale soprattutto nel ramo dei prodotti intangibili, dove l’utente, non potendo fare un’esperienza d’uso del prodotto prima dell’acquisto, può solamente basare il proprio comportamento d’acquisto, e quindi la propria scelta, su un contenuto di qualità. In Rete è oggi l’informazione ed il modo in cui questa viene presentata a fare la differenza tra il nostro prodotto e quello di un competitor.

Leggendo i volumi che ho indicato, si potrà ben comprendere come la realtà italiana sia ancora lontana da quella descritta dai grandi guru americani. E soprattutto la via per affermarsi non è facile.

Il Web Content Manager è im primo luogo un mestiere che si esercita all’interno di grandi circuiti di produzione dell’informazione dove si rende necessario l’utilizzo di risorse dedicate, capaci di far girare la grande macchina di creazione, personalizzazione e pubblicazione dei contenuti. Basta citare e-Bay ed Amazon, siti ad altissima densità informativa, in grado di generare ogni giorno elevati livelli di traffico.

In Italia, dove il mercato è basato principalmente sulle PMI, parliamo di contesti piuttosto chiusi, dove la quantità di informazione prodotta quotidianamente spesso non giustifica l’investimento in sistemi di Content management, che hanno purtroppo costi proibitivi e funzionalità spesso incomprese. Di conseguenza la domanda di personale con competenze editoriali, capace di pubblicare e far divergere i contenuti su tutti i canali di comunicazione di un’impresa, risulta ancora piuttosto bassa.

Va da sè che altri fattori, quali la proliferazione di servizi web-oriented, quali blog, strumenti di web publishing gratuiti o a basso costo, uniti alla possibilità di potersi scambiare contenuti gratuitamente tramite syndacation, possono demotivare l’acquisto di costosissimi sistemi di content management, esistendo alternative disponibili a costo zero, facili da usare e senza necessità di installazioni. I Corporate blog ne sono un’esempio.

Bisogna guardare realisticamente ai luoghi che consentono di esercitare la professione del WCM. Alla finanza, al trading online, alle società di brokeraggio assicurativo, alle multinazionali, ad aziende che vivono in Rete solo grazie ai contenuti e alla comunicazione.

Ma in quali ambiti disciplinari dovrebbe avere competenza un Web Content Manager?

1) Il Web. Il primo campo da gioco su cui misurarsi è la Rete. Dove ogni giorno è possibile mettere alla prova e migliorare la nostra capacità di ricerca e di selezione delle informazioni, imparando come analizzarle, gestirle, avvalorarle e sintetizzarle al meglio; a stabilire quali fonti, meglio di altre, permettono di alimentare le sezioni di un ipotetico sito-portale; a decidere la forma e lo stile che le informazioni assumeranno sul web; a far fede a principi di omogeneità e di coerenza se uno stesso contenuto è destinato a più canali.

2) Editoria e Comunicazione. Un WCM è innanzitutto un buon comunicatore. Non è solo una questione di saper scrivere: si può anche comunicare in maniera impeccabile ma senza contribuire al raggiungimento degli obiettivi di business per cui un sito è stato progettato. Quando si realizza un sito web, in primo luogo bisogna definire una strategia editoriale, sviluppare contenuti che rispettino la natura del sito, che siano cioè coerenti rispetto agli scopi prestabiliti (vetrina o servizio). Questo step prevede generalmente la stesura di un piano editoriale che definisce il tipo di contenuti da produrre, i programmi utilizzati per la gestione e la pubblicazione, la cadenza degli aggiornamenti (in tempo reale, quotidiano, settimanale, mensile) previsti per ciascun contenuto, fissando  anche budget e tempistiche per la consegna del lavoro.

3) IT. Tra la creazione e la di pubblicazione dei contenuti c’è poi tutta una fase intermedia che richiede la massima delicatezza ed attenzione: quella della conservazione o archiviazione dei contenuti. E’ qui che un WCM deve collaborare con il reparto IT nella creazione di database, nell’elaborazione di sistemi di archiviazione dei contenuti e di profilazione-utenti (registrazione, questionari), provvedendo a metodi che facilitino il reperimento delle informazioni da parte degli utenti o di altri autori. E’ inevitabile allora che un pizzico di conoscenze tecniche non guastano mai. Qualche nozione di HTML e XML, conoscenza dei db e dei sistemi di archiviazione dei dati.

4) Web-marketing. Non si può prescindere da fenomeni quali le community, la proliferazione di nicchie di mercato, che attendono quotidianamente informazioni attendibili, aggiornate ma soprattutto personalizzate, che hanno oggi trasformato il contenuto in strumento per la fidelizzazione dell’utente e per il rafforzamento del brand aziendale.
Si arricchisce così il ritratto del Web Content Manager: da giornalista online a stratega della rete: conosce i principi del marketing applicati al Web, (e-mailing, e-commerce, web advertising) e sa monitorare il traffico di un sito. Impara a conoscere il comportamento dei propri utenti attraverso cookies ed analisi dei file di log, ad ideare contenuti relevant, capaci di attirare sempre nuovi visitatori, e ad offrire, attraverso newsletter informative e forme interattive di contenuto (come l’advergaming), quel valore aggiunto che è elemento indispensabile per consolidare i segmenti di audience serviti. Dovrebbe inoltre conoscere bene quali parole-chiave utilizzare per rendere appetibili i propri contenuti ai motori di ricerca.

5) Multimedia. Un’aspetto immancabile per un WCM è poi la conoscenza dei sistemi multimediali. Il Web Content Manager fa delle peculiarità di Internet la carta vincente per i prodotti editoriali: nella fase di concept del prodotto opera, infatti, sintetizzando diverse forme comunicative. Da questo punto di vista, il Content Manager è una sorta di regista del web che dovrebbe continuamente aspirare alla creazione di prodotti comunicativi capaci di amalgamare insieme testo, immagini, suoni, animazioni ed applicazioni interattive che riescano a conferire un bel valore aggiunto al prodotto finito. Ancora una volta attraverso la Rete si può spiare, sperimentare, conoscere e crescere.

Nel prossimo post: suggerimenti, link e risorse per conoscere, un pò più da vicino, il mondo del content management.

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